Il nuovo canto rap degli italiani

(dal sito carlobesana.it)

11 dicembre 2011

 

150… anzi 164 anni dopo… dalla stessa città e con gli stessi attori, un “gioco” intorno all’inno d’Italia

Presentato il 10 dicembre 2011 “Il Nuovo Canto Rap degli Italiani”

l’inno d’Italia riscritto da ZeroPlastica e “rimusicato” da Filarmonica Sestrese, la prima banda che, il 10 dicembre 1847 (14 anni prima dell’Unità d’Italia), lo suonò per la prima volta ad Oregina

In occasione delle celebrazioni per i 150 anni dell’Unità d’Italia il Consorzio Pianacci, in collaborazione con Filarmonica Sestrese e ZeroPlastica, hanno pensato di “rilanciare” da Genova un’iniziativa di “gioco” serio intorno all’Inno d’Italia rinnovando il pezzo con la partecipazione dei musicisti e degli autori delle due realtà artistiche genovesi. Il progetto “Il Nuovo Canto Rap degli italiani” è una piccola operazione che vuole giocare a rinnovare l’inno e contribuire a promuoverne i significati e il senso. Sul senso e il significato delle cose si basa quindi tutto il percorso e tutti gli ingredienti che hanno partecipato alla sua nascita.

De “Il Nuovo Canto Rap degli italiani” è stata realizzata una prima esecuzione dal vivo, il 9 luglio 2011 al PalaCep (vedi link)

Gli ingredienti del progetto

Genova
Genova ha nel suo curriculum una lunga competenza sulle lotte di indipendenza, dai moti per l’unità d’Italia alla guerra partigiana.
Uno dei punti forti del suo curriculum (inspiegabilmente non così promosso a livello nazionale) è la completa paternità dell’inno d’Italia che si può definire veramente Made in Ge.
Infatti Michele Novaro e Goffredo Mameli, i due compositori dell’inno, sono entrambi genovesi.
L’inno d’Italia, che prima di essere nominato tale, era il brano “Il Canto degli Italiani”, fu suonato per la prima volta il 10 dicembre del 1847 sul piazzale del  Santuario della Nostra Signora di Loreto a Oregina in occasione del centenario della cacciata degli austriaci e fu suonato dalla  Filarmonica Sestrese C. Corradi G. Secondo, allora banda municipale di Sestri Ponente “Casimiro Corradi”.

Lì oltre 30.000 persone ascoltarono l’inno e l’impararono.
Dopo pochi giorni, tutti conoscevano l’inno, che veniva cantato senza sosta in ogni manifestazione (più o meno pacifica).
Durante le Cinque giornate di Milano, gli insorti lo intonavano a squarciagola: il Canto degli italiani era già diventato un simbolo del Risorgimento.

il Cep
Il Cep (Centro Edilizia Popolare), quartiere genovese, ha avuto l’onore e l’onere di avere le sue strade nominate con i grandi nomi della nascita dell’Italia repubblicana nelle guerra di liberazione culminata nel 1945 e con le date e i nomi di alcune delle orribili stragi di partigiani e cittadini. “via 2 dicembre 1944”, “via della Benedicta”, “via Calamandrei”, “via Pastore”, “via Martiri del Turchino”… alcuni nomi delle vie.
Con il Circolo Pianacci e le altre realtà e cittadini della zona, il Cep ha saputo riscattare parte dei propri disagi diventando un elemento di innovazione nell’animazione sociale cittadina.

la Filarmonica Sestrese
La Filarmonica Sestrese, allora chiamata, banda municipale di Sestri “Casimiro Corradi” è stata la prima a suonare l’inno d’Italia.
A Oregina, oggi, di fronte al Santuario di Nostra Signora di Loreto, sotto il belvedere di Oregina, vi è una targa che nomina una larga scalinata di fronte alla Chiesa (nel video è il luogo dove c’è il finale assolo di sax) “Scalinata canto degli Italiani”.
Citiamo il fatto che ancora oggi la Filarmonica Sestrese, composta in gran parte da ventenni, ha una scuola che premette a 270 giovani di fare corsi di musica a bassissimo ingresso.
La Filarmonica Sestrese ha partecipato al progetto adattando le musiche e suonando l’inno in due occasioni con la propria banda.
 
gli Zero Plastica
Esponenti della musica rap sono tra i più attenti musicisti all’aspetto sociale della musica.
Collaborano in diversi progetti internazionali musicali che hanno al centro i diritti umani e la difesa sociale.
Nel progetto sono gli autori delle parole e gli interpreti delle esecuzioni dal vivo.
 

 

Zero Plastica e la Filarmonica Sestrese

IL NUOVO CANTO (RAP) DEGLI ITALIANI
prodotto da Consorzio Pianacci
da un’idea di Enrico Testino & Carlo Besana

regia fotografia montaggio di Simona Marziani
operatore di ripresa Marcello Massardo

Creative Commons autori : Federico Rosa, Lorenzo Pezzati, Matteo Bazzano
etichetta Creative Commons : Nomadic Wax Recordings 2011
testo di: Nio, Funky Lure
pre-produzione di: Riccardo “K” Kalb
registrato da: Zero Plastica al Basement UnderGround Studio (Genova)
arrangiamento di Matteo Bazzano
suonato da la Filarmonica Sestrese
Diretta dal Maestro Matteo Bariani
(Sestri Ponente, Genova)
registrato mixato e masterizzato da Nicola Sannino
presso c27studio

10/12/1847 – 10/12/2011

Fratelli d’Italia
l’Italia si sveglia
mette la bandiera fuori dalla finestra
tira su la testa da Milano a Caserta
è una primavera nuova al profumo di Resistenza
vento che soffia ispirato da un’agenda rossa
schiena che non si piega alla mafia e alla camorra
uno scudo ci difende
è il sangue dei nonni versato per la terra e per la nostra gente
ogni porto è un’altra Quarto
partiamoci ogni giorno cercando il significato di ‘sto stato
l’Italia di Saviano che lotta in nomine Veritas
Aviano Val di Susa Aquila Lampedusa Acerra
Italia di Fellini e Monicelli 
Emergency 
Italia dei fratelli per tutti i mondi dispersi
sì come elettroni di un atomo giriamo
ma abbiamo mille ed un unico dna italiano…

Siamo fratelli di un’Italia più unita di quel credi
da Napoli a Bolzano resiste stringendo i denti
Fratelli d’Italia che nelle difficoltà 
si nasconde sui monti e lotta per la Libertà
Fratelli d’Italia divisa dalle parole dei pagliacci 
e dei clown della televisione
e non sarà la politica o la chiesa, 
gli omofobi della lega a tenerci la faccia dentro alla merda
Fratelli di un’Italia che vive aspettando il sole
col sogno di un lavoro che porti a un giorno migliore
Fratelli di un’Italia che nelle difficoltà 
si rimbocca le maniche e crede con dignità
Fratelli di un’Italia che vuole spiccare il volo
e portare con orgoglio il tricolore per il mondo
e non sarà la mafia e la sua paura, l’odio per la cultura
a riempirci la testa di spazzatura…

 

Link all’articolo Link all’articolo Link all’articolo