Matteo Macor, giornalista di “Repubblica”, ha seguito la convention “Nova”, tenutasi lo scorso weekend a Roma, e finalizzata di fatto a chiudere l’era Grillo all’interno del M5S.
La “partita” però non è chiusa, visto il ricorso di Beppe Grillo, e Matteo Macor prova a sondare gli umori genovesi, partendo dal Cep, visto che proprio lì, il 13 settembre 2008, fu per la prima volta annunciata pubblicamente la nascita delle liste a 5 stelle.
L’articolo di Matteo Macor per “Repubblica”
28 novembre 2024
Dalla prima notte a Conte vs Grillo, il M5s ligure si riunisce per “salvare la propria storia”
La discussione sul futuro del Movimento, tra gli storici amici di Grillo ai dissidenti grillini rimasti nel partito di Conte: “Questo non è più un movimento”
Stretta tra due muri, gli infiniti palazzoni di edilizia popolare sullo sfondo e l’orizzonte del mare a riempire tutto il resto, la vista che si apre dal Cep di Genova pare allontanare questo quartiere di «periferia della periferia» da ogni cosa: è lontana Voltri pochi tornanti lì sotto, è lontano il centro città, figuriamoci la Roma dei congressi della politica.
Eppure, è proprio qui che è partita in qualche modo la storia del M5s di Beppe Grillo, che nella “Notte grigio topo” organizzata a fine estate 2008 dal circolo Pianacci parlò per la prima volta in pubblico del progetto di liste elettorali a cinque stelle per fare del suo blog un movimento.
Ed è così ancora qui, dopo il parricidio politico con cui il nuovo leader Giuseppe Conte domenica scorsa ha sfilato una volta per tutte il M5s a Grillo, e la relativa controffensiva legale dello stesso fondatore e (fu) garante, che prima o poi torna la discussione sull’ennesima torsione della storia del Movimento.
Dibattito aperto, per definizione, alle mille anime della stessa complicata comunità politica ligure: ex grillini della prima ora, figure vicine al M5s che fu, neo contiani più o meno ortodossi.
Un’anteprima ideale del confronto che il Movimento ligure ha già fissato con l’assemblea regionale di sabato prossimo, a Genova.
Dal Cep dove tutto iniziò, a «misurare la temperatura» del Movimento rigorosamente «dall’esterno» è Carlo Besana, punto di riferimento del Pianacci, nome noto della società civile genovese, mai stato iscritto al M5s ma da sempre considerato “di area” e soprattutto primo organizzatore dell’evento che nel 2008 diede il via alla storia grillina.
«Lo stesso Grillo non immaginava la portata della bomba che gli stava per esplodere nelle mani: è inevitabile sia finita così», commenta la guerra in corso tra Conte e il fondatore, che lunedì ha annullato il voto della Costituente romana che nel fine settimana aveva certificato il mutamento di pelle definitivo del M5s, addirittura con l’eliminazione della figura del garante, ovvero lo stesso Grillo.
«Del resto, – continua Besana – i movimenti quando entrano nella stanza dei bottoni diventano altro».
«Senza Grillo non sarebbero nessuno, ma al di là degli errori che tutti possono commettere, non hanno dato prova né di gratitudine, né di un briciolo di rispetto per quello che uno che ha qualche ideale può solo sognare di riuscire a fare».
Ma se parlava di «ingratitudine» anche Flavio Gaggero, lo storico amico dentista di Grillo, altra figura «quasi mitologica» del mondo grillino, a interpretare le mosse dei due leader contro è anche un freschissimo ex come Sergio Battelli, parlamentare della “colonna savonese” del primo M5s, per anni tesoriere cinque stelle prima della fuoriuscita al seguito di Luigi Di Maio.
«Conte ha trasformato il M5s in una convention aziendale, e senza magia politica ci credo che nessuno ti vota più – è la sua analisi –Grillo sta solo cercando di lasciarlo senza simbolo, non ha la minima intenzione di fare rilanci o scissioni, ma ultimamente le ha sbagliate tutte: è stato un errore fare la battaglia legale, serviva una comunicazione chiara sulla propria linea politica, quella del Movimento delle origini».
In attesa del ritorno al voto degli iscritti sui quesiti formalizzati dal congresso di Roma dello scorso weekend, poi annullati da Grillo a distanza di poche ore, il 15 dicembre prossimo, un certo imbarazzo sul momento agitato del M5s emerge anche dal gruppo dirigente dei Cinque Stelle locali.
Tra i referenti territoriali, il deputato Roberto Traversi parla di «passaggio doloroso», il neo consigliere regionale Stefano Giordano di «passaggio epocale».
Si predica cautela, del resto, anche perché l’assemblea regionale del Movimento ligure di sabato al Cap si preannuncia già tesa.
Sul tavolo ci saranno i riflessi del “mutamento di pelle” del partito nazionale, ma anche l’eco delle (discusse) scelte fatte sul territorio negli ultimi mesi.
«In molti attendiamo un’assunzione di responsabilità da parte dei coordinatori locali, la Costituente non cancella il 4,5 per cento delle Regionali, frutto di una pessima gestione dei vertici: – punge Manuel Meles, già candidato sindaco a Savona, tra i militanti più critici sul nuovo corso – devono presentarsi dimissionari perché hanno fallito nel percorso e il risultato elettorale lo dimostra».
Sarà insomma un Movimento che «ha riordinato in casa», come diceva Roberto Fico dalla Costituente che ha dato l’inizio della nuova era, ma pare esserci ancora tanto da fare.
https://genova.repubblica.it/cronaca/2024/11/28/news/m5s_nascita_genova_conte_contro_grillo_notte_grigio_topo-423753421/