Al Cep un piccolo miracolo di democrazia partecipata

(dal sito carlobesana.it)

19 settembre 2008

La data di ieri, 18 settembre 2008, resterà nella storia del nostro quartiere come uno degli esempi più alti di democrazia partecipata.
Il Cep è caratterizzato da alloggi per la quasi totalità di edilizia popolare. Una modifica, effettuata dalla giunta regionale Biasotti, alla Legge 10, la legge regionale che disciplina l’assegnazione degli alloggi, aveva messo in fibrillazione decine di famiglie, che avrebbero rischiato lo sfratto pur non essendo in condizione di affrontare il cosiddetto mercato libero.
I comitati di inquilini ed i sindacato non sono riusciti a trovare una via percorribile, aumentando a dismisura l’angoscia, con i tempi sempre più stretti.
Al presidente della Regione Liguria Claudio Burlando abbiamo proposto una via inconsueta: un incontro diretto tra i comitati di inquilini e la Regione Liguria per concordare, insieme, una soluzione di buon senso. Ed il presidente ha accettato.
Luogo scelto: il Circolo Pianacci. Arbitro “super partes”: il sottoscritto.
Sono occorse sei ore di assemblea, ma alla fine una soluzione è stata trovata, ampiamente descritta negli articoli postati qui sotto.
Come ho detto al presidente Burlando al termine dell’incontro…potrei tranquillamente ritirarmi da qualunque impegno…
in termini di democrazia partecipata sarà difficile, in futuro, scrivere una pagina più memorabile di quella scritta in questa occasione…
i cittadini che riscrivono una legge con i rappresentanti delle istituzioni, senza altre intermediazioni…
ed è successo al Cep!

 

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(Ava Zunino, per “Repubblica Genova”)
CEP, PATTO CON LA REGIONE PER LE CASE POPOLARI
Burlando: “Riscriveremo la legge, da quila gente non dovrà andarsene”
Besana: “Oggi è successo un piccolo miracolo di democrazia partecipata”

QUATTRO pensionati hanno allestito un tavolo di ”cirulla” sotto a un albero che guarda il mare dall’alto della collina di Prà.
Qualche metro più sopra cinque ragazzini si rincorrono allegramente in uno spazio esteso dove non passano auto.
Sono immagini di ieri pomeriggio al Cep di Prà, il quartiere popolare da cui il comico Beppe Grillo aveva lanciato la notte “grigio topo”, l’antitesi alla Notte Bianca del Comune nel cuore della città.
E’ al centro sportivo Pianacci, simbolo dell’impegno del volontariato degli stessi abitanti per demolire la fama di quartiere ghetto, che ieri la Regione e i comitati dei residenti hanno stretto un patto: riscrivere insieme la legge ligure che stabilisce i requisiti per ottenere le case popolari e soprattutto indica quali devono essere le condizioni per poter continuare ad abitarle.
Perché? «Perché come sono messe oggi le cose – raccontano i rappresentanti dei residenti – una notizia buona come un figlio che trova lavoro si trasforma in una mezza tragedia: può costarti la casa». Il nodo è il reddito: chi trova lavoro alza reddito  familiare, che dunque rischia di superare quello previsto per avere diritto alla casa. Dunque, vieni sfrattato: ama non è detto che quello stipendio in più sia sufficiente a pagare un affitto da un privato. O non è detto che il figlio di una coppia di anziani pensionati decida poi di sposarsi o andare a vivere da solo».
Il problema è quello che il presidente della Regione, Claudio Burlando ha assicurato di voler affrontare.
«Il nodo è che chi riesce a guadagnare un po’ di più, teoricamente dovrebbe andarsene – dice Burlando – Noi siamo venuti qui sapendo che questo era il nodo più significativo: Ia legge la vogliamo riscrivere con chi abita qui».
Come? «La strada potrebbe essere quella di prevedere un aumento dell’affitto proporzionato alla quota di reddito che supera la soglia di legge per il diritto alla casa popolare. Il problema da superare riguarda chi comunque avrebbe problemi per l’accesso al mercato libero degli affitti ma anche il fatto che le famiglie, magari con figli a scuola, verrebbero sradicate dal loro quartiere».

L’accordo si trova quando è quasi sera. Carlo Besana, che era approdato al Cep come farmacista negli anni Ottanta ed è rimasto come uno dei più attivi sul fronte dei volontariato per rompere il muro del degrado e del ghetto, esulta: «Oggi è successo un piccolo miracolo di democrazia partecipata, insieme al presidente della Regione abbiamo scritto un pezzo di legge con un’unica interfaccia trai cittadini e Burlando».
Nel concreto le clausole che il presidente della giunta ha concordato sono sostanzialmente due: le fasce di reddito e l’introduzione degli aumenti di affitto.
Nella nuova legge regionale, si stabilirà che 14 mila euro (sui parametri Isee) è il reddito massimo per avere diritto all’alloggio popolare; che 25 mila euro è il reddito massimo che consente di rimanere a pieno diritto nell’alloggio e che chi supera i 30 mila curo di reddito deve andarsene.
La novità è in quella quota tra i 25 ed i 30 mila euro: è qui che verranno calcolati gli aumenti di affitto da pagare per poter restare nell’alloggio. Nell’incontro di ieri pomeriggio al Cep, oltre a Burlando erano presenti l’assessore all’edilizia Rita Berruti, l’amministratore di Arte Vladimiro Augusti e l’assessore comunale alla casa Bruno Pastorino.  Con Pastorino e con l’assessore Berruti e il presidente Burlando, i comitati del quartiere hanno fatto anche il punto della situazione sugli interventi di recupero degli alloggi rimasti vuoti perché inabitabili. E tra gli interventi pronti a partire, uno riguarda le “palafitte” di via Novella: dopo decenni di lotte, gli abitanti hanno ottenuto che i fondi, aperti e bui, immaginati come posti auto all’aperto ma diventati ricettacolo di spazzatura e rifugio di sbandati, saranno trasformati in veri e propri box.

 

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(Federico Amodeo, per “Il Secolo XIX”)
Piano di risanamento 
CEP, CENTO ALLOGGI RESTAURATI E UN SUPERMERCATO 
Sarà modificata la legge regionale che impone di lasciare la casa sulle alture di Pra’ a chi supera i 21 mila euro l’anno
Nuovi servizi sono in arrivo al Cep, il quartiere popolare sulle alture di Pra’

CENTO ALLOGGI vuoti da ristrutturare, nuova pista da pattinaggio al coperto (pronta entro febbraio) nel centro sportivo del consorzio Pianacci, nuovo supermercato (bando di gara già assegnato) in via Montanella e lavori di copertura dei parcheggi in via Novella: il Cep di Pra’ si rinnova e si prepara ad accogliere gli investimenti di ministero, Regione e Comune che puntano su riqualificazione e vivibilità del territorio.
Non solo: a progetti e stanziamenti si somma la rilettura della legge 10 che disciplina l’assegnazione degli alloggi popolari. In consiglio regionale il dispositivo verrà modificato per andare incontro alle richieste dei nuclei familiari che negli anni sono riusciti a migliorare la propria condizione sociale e, in ragione di questo, sarebbero oggi costretti ad andarsene.
Attualmente chi supera i 21 mila euro annui (soglia Isee), 300 famiglie solo al Cep, non avrebbe più diritto di restare.
La legge subirà modifiche sostanziali che imporranno affitti proporzionati all’attuale reddito degli inquilini: «Non ha senso sradicare chi è riuscito qui a trovare la sua dimensione arrivando a migliorare le proprie condizioni di vita», avverte il presidente della Regione Claudio Burlando, intervenuto ieri pomeriggio a un incontro presso il consorzio Pianacci con i presidenti dei comitati di quartiere Ca” Nuova, Voltri 2 e via Novella per discutere di investimenti e progetti.
Presenti anche gli assessori alle Politiche abitative in Regione e Comune, Maria Grazia Berruti e Bruno Pastorino, più l’amministratore unico di Arte (l’agenzia territoriale per l’edilizia) Vladimiro Augusti.
Solo sabato scorso il comico Beppe Grillo aveva lanciato la sua arringa dal palco allagato dalla pioggia nella “notte grigio topo” del Cep, denunciando gli scempi edilizi e il malessere delle periferie.
L’appello sembra essere stato in parte recepito e l’incontro di ieri, utile per il consolidamento di progetti sociali e per fare il punto della situazione sugli investimenti, ne è la prova.
I 100 alloggi, in parte in via di assegnazione e in parte già consegnati, si trovano tutti tra via Novella, via 2 Dicembre, via Vittorini e via Pavese.
Per le opere di ristrutturazione immobiliare, che interessano il Ponente e più in generale tutta la città, c’è uno stanziamento economico di 13 milioni diviso a metà tra Stato da una parte, Regione e Comune dall’altra. Nella finanziaria del governo Prodi erano previsti altri investimenti per la riqualificazione di nuove realtà abitative (479 appartamenti in Liguria, 312 a Genova). Al momento però i fondi sono bloccati.
A novembre inizieranno poi i lavori di “rigenerazione urbana”, che dureranno 2 anni, di 343 alloggi (tutti già abitati tranne una ventina ancora da assegnare) dell’area collinare alle spalle delle delegazioni del Ponente: opera che rientra nel contratto di quartiere Voltri 2 e che include anche la chiusura dei parcheggi siti nei fondi dei palazzi di via Novella, oggi aperti e vero ricettacolo di immondizia.
Verrà poi realizzato il supermercato in via Montanella (bando già assegnato alla multinazionale Lidl) che implementerà l’offerta sul territorio, ed entro febbraio prossimo dovrebbero essere ultimati i lavori di copertura del centro sportivo del Consorzio Pianacci realizzati dal Comune (con 11 mesi di ritardo).
«Una volta chiuso il cantiere qui si potranno organizzare spettacoli al coperto anche in periodi invernali», spiega Carlo Besana, ex farmacista di zona, presidente del circolo Pianacci e voce storica del Cep, da sempre in prima linea per la riqualificazione del quartiere.
«Inoltre -continua Besana – potremo riprendere l’uso di una pista di pattinaggio completamente rinnovata e che ospiterà corsi e allenamenti, oltre a gare e competizioni di livello».
«Da oggi si consolida ancora di più il rapporto di collaborazione tra cittadinanza, comitati e mondo istituzionale – insiste Besana . Qui i problemi sono di ordine sociale, a cominciare dalla mancanza di lavoro. Ma operando tutti insieme possiamo raggiungere traguardi importanti. Il fatto che da oggi le 300 famiglie che superano il reddito consentito potranno restare al Cep è un segnale importante: chi ha messo radici qui non vuole andarsene, al contrario vuole migliorare la qualità di vita di un quartiere sempre in evoluzione, per il quale Regione e Comune stanno dimostrando grande attenzione».

 

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(Alessandro Di Tizio, per “Il Corriere Mercantile”)
Incontro ieri pomeriggio
FACCIA A FACCIA CON IL CEP 
Burlando: «Collaborazione con gli abitanti per rendere più vivibile l’area»

«Si sta combattendo una battaglia importante per rendere più vivibile questa area, grazie alla collaborazione tra abitanti e istituzioni»: così il presidente Burlando sintetizza il significato del lungo incontro di ieri pomeriggio al Cep, presso il Consorzio Pianacci, con il presidente Carlo Besana e gli esponenti dei comitati di quartiere. Insieme al Presidente della Regione, l’assessore regionale alle politiche abitative e edilizia Bianca Maria Berruti, l’amministratore unico di Arte (agenzia regionale territoriale per l’edilizia) Vladimiro Augusti e l’assessore comunale alla Casa Bruno Pastorino hanno fatto il punto della situazione, ricordando quanto è stato fatto e soprattutto discutendo su quel che si deve ancora fare per la zona.
Tema centrale, gli alloggi: nella prima parte dell’incontro si è discusso dei quattro interventi che riguardano direttamente l’area.
Il primo, già concluso dalla Regione, ha reso disponibili una trentina di alloggi, mentre complessivamente altri 80 dovrebbero arrivare con due interventi, uno ad opera di Regione e Comune, in fase di gara, l’altro, che vede fondi del Governo, con gara che partirà entro la fine del mese. Al momento invece sembra sfumata la possibilità di utilizzare i fondi concessi dalla legge finanziaria del 2008, cancellati dalla manovra di luglio.
Altro tema affrontato, il problema delle assegnazioni delle case popolari: chi raggiunge posizioni di reddito superiori a quelle previste per l’accesso, infatti, rischia di dover abbandonare la casa assegnata.
«Non è semplice per chi supera la soglia andare improvvisamente sul mercato – ha detto Burlando –  Pensiamo di risolvere introducendo una quota di affitto leggermente superiore, evitando il trauma dello sradicamento».
La proposta del Presidente è stata discussa nel dettaglio nel corso dell’incontro: le modifiche proposte per la legge 10 sono state integrate da osservazioni e valutazioni dei cittadini, giungendo ad una serie di punti fermi che hanno cancellato molte preoccupazioni.
In particolare, è stato stabilito che non ci saranno sfratti esecutivi, e sono state individuate tutte le fasce per accesso, mantenimento e decadenza.
Besana ha evidenziato l’importanza del meccanismo stabilito per la situazione in cui un figlio, trovando lavoro, fa sforare il reddito della famiglia.
«In quel caso ha spiegato  la famiglia non verrà allontanata dall’alloggio, ma il canone verrà adeguato al nuovo reddito. Poi, se il figlio deciderà di andare via, i genitori potranno rimanere tornando al canone agevolato».
Tra gli interventi previsti e le novità in arrivo per il Cep, la realizzazione di una pista da pattinaggio coperta, la costruzione di un supermercato ad opera del gruppo Lidl, vincitore della gara, e la realizzazione di parcheggi coperti.

Besana: «Un meccanismo stupendo di partecipazione»
Al termine del lungo incontro sui problemi del Cep, Carlo Besana è soddisfatto e quasi incredulo per il «meccanismo partecipato stupendo» messo in moto ieri pomeriggio presso il Consorzio Pianacci: «I punti più importanti della modifica della legge 10 sull’assegnazione degli alloggi popolari sono stati discussi e messi a punto insieme ai cittadini. – ha spiegato – E’ una nuova modalità di scrittura delle leggi!».
Per l’ex farmacista «la parziale modifica di leggi che viene fatta insieme ai cittadini rappresenta un passaggio epocale, che deve essere ragione di orgoglio per i cittadini del Cep e per gli amministratori».
Una formula efficace e da ripetere, molto apprezzata da tutti i presenti: «in particolare – ha concluso Besana – oltre alla disponibilità a discutere a lungo con noi, quel che ci ha colpiti è stata la disponibilità del presidente e degli assessori regionali e comunali a mettersi in gioco. E stata davvero una bella cosa».