(dal sito carlobesana.it)
19 luglio 2011
Non è stata una semplice “festa di compleanno”… è stata una grande festa in cui era palpabile il grande affetto di tutti, vip e gente comune, verso un uomo che ha sempre avuto grande attenzione per gli ultimi…una grande festa anche per il Cep, che ancora una volta ha potuto esibire la sua capacità di saper essere cornice perfetta anche per grandi eventi
(Marco Menduni, per “Il Secolo XIX”)
Compleanno a base di focaccia nella tensostruttura diventata il simbolo del riscatto delle periferie
DON GALLO AL CEP, FESTA DI FRONTIERA
II quartiere collinare invaso da vip e gente comune per il sacerdote degli “ultimi”
LASCIAMOLI pure a casa gli chef, le tovaglie di organza e i vassoi d’argento.
Per il compleanno numero 83 di don Andrea Gallo vanno a puntino i bicchieri e i piatti di plastica, le bottiglie di Fanta sul tavolo, la focaccia al formaggio, i ripieni di verdure e la torta tagliata così, alla come viene viene.
Arriva a festeggiare, anzi, a essere festeggiato ballando e sventolando una bandiera della pace, al Palacep, nel quartiere un tempo regno degli “ultimi” e oggi completamente cambiato, proiettato nella speranza dalla caparbietà di chi ha creduto che potesse essere possibile modificare un destino segnato.
Arriva tanta gente per la festa al Palacep sotto il grande tendone dell’area Pianacci, diventata il simbolo, grazie al genio dell’ex farmacista Carlo Besana, del riscatto possibile di ogni periferia.
Ma prima dei festeggiamenti pubblici c’è la festa con gli amici più stretti, c’è il brindisi.
Intanto il grande capannone si riempie e quando ancora manca mezzora al via della manifestazione sono già almeno in cinquecento, vip e gente comune, ad aspettare e via via nel corso della serata ne arriveranno sempre di più, riempiendo ogni spazio all’inverosimile.
C’è anche molta parte del mondo politico della città.
Il presidente della Regione Claudio Burlando abbraccia il don, poi racconta «Ha sempre parlato per i più deboli, i tossicodipendenti, gli immigrati, in difesa dei lavoratori di questa città L’occasione che mi ha colpito di più è stata la sua commemorazione ai funerali di Paride Batini. Lì ci ha fatto piangere tutti Gli dobbiamo molto. Un uomo come non ne nascono più».
Lì vicino lo ribadisce anche Gino Paoli: «È un uomo di un’altra epoca, quando questa città era molto più cazzuta. Ci sono gli uomini “con” e gli uomini “contro” e lui è un uomo contro un po’ come me, è l’altra faccia della città . E quanti di più ce ne vorrebbero così».
Intanto sulla discesa che porta alla grande tensostruttura con vista sul mare il pubblico è diventato una fiumana.
Arriva il sindaco Marta Vincenzi insieme ad Alberto Villa, il presidente del Pd genovese.
Sorride il sindaco: «Ci siamo tutti intorno a lui. È una forza della natura, ci siamo noi e c’è tutta la città».
E subito dopo, alle spalle, arriva Moni Ovadia, attore e scrittore, che ride e scherza: «Il Gallo mi ha nominato sua guida spirituale ufficiale. Sì, sì, è proprio così – sorride ancora – Giura di averlo comunicato anche al cardinal Bagnasco, è per questo che sono qua anche stasera ».
Nella stanza dei festeggiamenti è rimasta Roberta Pinotti che scende le scale e s’invola anche lei verso il Palacep sempre più pieno: «Un buon compleanno. È davvero molto famigliare; esattamente come è sempre stato lui. Ci sono stasera personaggi importantissimi in questo contesto assolutamente semplice dalle tovaglie di carta e tanti bicchierini di plastica. Lui è davvero un grande ma la sua dimensione è questa, quella di chi è sempre stato vicino a chi ha bisogno e non certo dalla parte dei lussi e degli sfarzi».
Ci sono le coppie che arrivano mano nella mano, ci sono i ragazzini che giocano nel parco dei giochi e che quando la serata finisce non resistono alla tentazione di sbirciare.
Ci sono gruppi di persone più anziane ma anche tanti giovani.
Scherzano: «Siamo venuti a vedere i Buio Pesto», in realtà sono anche loro qui per lui.
Non solo uomini di sinistra, proprio sotto il palco Enrico Musso si ferma a chiacchierare con il segretario regionale del Pd Lorenzo Basso.
Dice Musso: «Stasera sono venuto a festeggiare un amico perché don Gallo è uno che non ragiona per temi precostituiti. Se no, quando mi sono presentato come candidato del centro destra alle scorse elezioni, mi avrebbe sbattuto giù dalle scale. Invece mi ha ascoltato e mi ha consigliato».
Lorenzo Basso ricorda invece: «Sono molto affezionato a don Gallo come lo ero a suo fratello, ormai mancato. Pino Gallo è stato il mio primo maestro politico».
La serata ormai sta per iniziare, tutti i posti a sedere sono ormai occupati.
Parla con la Pinotti il parlamentare Pd Mario Tullo.
Anche da lui un abbraccio al don e un ricordo: «Andrea l’ho conosciuto a un’assemblea studentesca. Io ero un ragazzino e ben mi ricordo l’effetto che mi fece quando disse: “Io sono un prete che lotta per il comunismo”. All’epoca rimanemmo tutti senza parole».
(Marco Grasso, per “Il Secolo XIX”)
La commozione dell’ex farmacista “inventore” della Pianacci
BESANA: «QUESTO E’ UN PICCOLO MIRACOLO»
«Quindici anni fa sarebbe stato impossibile organizzare un simile evento»
«NAVIGARE con gli ultimi», suggerisce qualcuno (citando l’autobiografia del festeggiato), significa questo. Riempire un palazzo dello sport in un quartiere da sempre considerato ghetto. E radunare una platea che mette insieme politici, attori, musicisti e giornalisti di livello nazionale,e farli accomodare nell’abbraccio di tanta gente comune. La sua gente.
«Don Gallo è il meglio che può offrire questo Paese – dice Paola Menna, 73 anni, pensionata – Se ci fossero più persone così non saremmo nella situazione drammatica in cui ci troviamo. Sono qui perché è una delle poche persone che scrive di navigare con gli ultimi e poi lo fa».
Se c’è un’immagine che riassume cosa sono questi ottantatré anni di don Andrea Gallo, è questo tendone pieno di persone comuni.
E se c’è un volto che racconta bene il clima di questa serata, è quello di Carlo Besana. È emozionato, scalpita a bordo palco mentre attende il collegamento telefonico con il premio Nobel Dario Fo, bloccato in Umbria, ma presente con il cuore: «Se avessimo detto che avremmo organizzato un evento del genere al Cep quindici anni fa, non ci avrebbe creduto nessuno. Questo è un piccolo miracolo, di cui siamo molto fieri e per cui ringraziamo la gente del Cep. Quanto a Don Gallo, non c’è molto da dire, se non che lui è quello che è. E questo pubblico stasera lo dimostra».
E non è un caso che Domenico “Megu” Chionetti, l’uomo che ha preso il testimone della Comunità di San Benedetto, definisca Besana: «Semplicemente uno di noi». Perché, spiega, «l’area Pianacci è in tutto è per tutto parte dei nostri valori, l’esempio di una democrazia partecipata dal basso, e di una città a misura di uomo».
C’è chi ha fatto chilometri per esserci stasera, come Oriana Moreschini, 56 anni, pensionata che abita in Valgraveglia: «Don Gallo è un grande, una guida per tutti noi. Un esempio seguito da cattolici e laici».
Con lei è venuta anche la figlia Elisa Lonari, 28 anni, dipendente di una ditta che produce energia rinnovabile: «Don Gallo è il volto buono della chiesa, l’unico con cui i può ancora raggiungere le nuove generazioni».